Il Governo Italiano ha recentemente deciso di cedere il controllo di Alitalia ai privati (finalmente viene da esclamare per i contribuenti italiani!).  Alitalia brucia infatti circa trecento milioni di Euro ogni anno che lo Stato ( ovvero noi cittadini contribuenti) abbiamo sin qui ripianato, opera in un settore molto competitivo (si pensi al successo dei carrier low cost), ha un parco velivoli vecchio e una struttura di costi (del lavoro in particolare) molto rigida e non competitiva (grazie alla miopia sindacale) e in questi anni ha perso quote di mercato a favore della concorrenza internazionale. Concorrenza che quando va’ bene riesce a far utili per remunerare il costo del capitale investito (il settore del trasporto aereo non offre extra rendite).

Diversi tra i principali imprenditori italiani sollecitati dal Governo ad intervenire nell’operazione hanno dato una disponibilita’ di massima a guardare all’operazione. I sindacati chiedono addirittura che i dipendenti diventino gli azionisti di controllo (forse senza nessun salvagente sarebbe la soluzione  ottimale). Un po’ di cautela e’ d’obbligo, ma la Borsa e i piccoli risparmiatori gia’ festeggiano. Ma l’attenzione dei cittadini consumatori va posta nel “come” la privatizzazione verra’ condotta. Lo Stato si sa’ e’ in conflitto di interessi tra massimizzazione dell’introito dalla cessione, protezione dei dipendenti pubblici e protezione del cittadino consumatore dall’altro.


E’ necessario evitare che per rendere appetibile l’affare ai privati investitori e massimizzare il prezzo di vendita che potrebbe essere vicino a zero vista la situazione) venga permesso di far pagare il conto ai cittadini italiani consumatori, limitando l’apertura del mercato interno alla concorrenza internazionale, con prezzi piu’ alti e crescenti per il trasporto aereo rispetto ad altri Paesi. Sarebbe un’altro colpo mortale alla competitivita’ del Paese. Un serio processo di privatizzazione dovrebbe partire dalla definizione di un piano industriale serio ed esplicito, in cui i conti quadrano in ottica di un pieno rilancio sul mercato internazionale, senza reclamare ed ottenere sussidi interni diretti/indiretti. Certo le prime dichiarazioni del Governo che imporrebbero occupazione e rotte come intoccabili non vanno nella direzione giusta. E il forte interesse di Air One, senz’altro legittimo ma gia’ caldeggiato dai politici, non fa’ ben sperare, soprattutto se si pensa alla concentrazione che le due compagnie avrebbero sulla singola rotta piu’ attraente: quella tra Milano-Roma. Il Presidente del Consiglio ha dichiarato che non ci saranno problemi di concentrazione. L’Antitrust  sara’ d’accordo?

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