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Mi intervistano su Face2Face
Published by Luigi Orsi Carbone at 1:05 pm in Blog with No Comments
Marco Palombi mi intervista qui il video Face2Face nell’ambito del programma “Capturing Creativity” promosso dall’Ambasciata USA in Italia insieme a 1GN, il network di imprenditori di prima generazione di cui faccio parte. “Capturing Creativity” è incentrato su interviste on-line a giovani imprenditori di prima generazione che ci hanno provato, solo grazie ai loro sforzi e alle loro capacità, e hanno avuto successo.
Credo che la mia esperienza imprenditoriale e manageriale possa risultare istruttiva per chi si avvicina al mondo imprenditoriale, perche’ gli start up che crescono rapidamente sono naturalmente soggetti a correre elevati rischi finanziari ovvero corrono il rischio di non avere tutte le risorse necessarie per adattarsi a mercati finanziari che cambiano umore, alla domanda che ritarda a materializzarsi, etc.
A volte l’imprenditore può commettere errori di valutazione e puo’ imbarcarsi in progetti troppo rischiosi e ambiziosi per la solidità delle proprie spalle. Quando ciò succede l’imprenditore deve saper rapidamente avviare un processo di ristrutturazione dell’azienda per preservare gli interessi dell’azienda e minimizzare le perdite di tutti gli stakeholder … soprattutto se l’azienda è pubblica, anche rinunciando al proprio interesse passando il controllo ad altri.
Questo è che quello che ho fatto con ePlenet (oggi Retelit). Gli studi dicono che gli imprenditori che sono caduti apprendono dai propri errori ed possono essere più preparati ed accorti ad affrontare con maggiori probabilità di successo nuove sfide in futuro. L’insuccesso, in un sistema imprenditoriale che funziona, è parte della “creative destruction” che fa sopravvivere solo i migliori e forgia l’esperienza e il carattere degli imprenditori. Non le stigmati o marchio di infamia tipico delle società come la nostra dove l’insuccesso equivale al fallimento, da condannare e perseguitare con il risultato che le persone più accorte non provano neanche a rischiare, con la conseguenza che si creano meno aziende di quante se ne potrebbero creare.
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