200829
Alitalia: pasticcio italiano, liberale e liberista!
Published by Luigi Orsi Carbone at 4:24 pm in Blog with 1 Comment
L’accordo su Alitalia prevede in buona sostanza che si socializzino i costi degli esuberi (dalle prime notizie molti di più del piano Air France) che verrebbero spostati in capo ad una “bad company” in liquidazione garantita dalla Stato (leggi: pagheremo noi cittadini contribuenti i debiti/oneri sociali di decenni di gestione sciagurata all’ombra della politica) e che si privatizzino i futuri profitti frutto di un ristabilito a tavolino “monopolio nazionale” con la fusione tra Alitalia ed Air One (leggi: pagheremo noi cittadini consumatori con prezzi più alti e servizi peggiori). Può forse gioire qualche imprenditore italiano che come ha detto bene oggi Colaninnno su Il Sole 24 Ore “di fronte a piani industriali sensati” gli imprenditori italiani tornano a voler “rischiare”. Peccato però che i piani industriali sensati siano legati a “monopoli” e “sotto protezione politica”, magari ottenendo pure con “way out” (leggi: cessione poi ad Air France o Lufthansa) in pochi anni. Più facile e redditizio certo di stare a scornarsi in mercati competitivi aperti alla concorrenza internazionale. E forse qualche partito politico che dopo aver sfruttato la vicenda in campagna elettorale rinsalda l’appoggio imprenditoriale per continuare nel rinnovamento del Paese (sic!). E così i voli nazionali costeranno ancora di più, e i turisti internazionali avranno un ulteriore buona ragione (oltre al caro ombrellone sulle spiaggie demaniali) per andare in Grecia e Spagna a fare le vacanze. Per l’economia del Paese un’altro motivo di minor competitività e stagnazione.
Per il turismo italiano ed in generale per noi cittadini italiani sarebbe stato sicuramente meglio una compagnia che battesse “bandiera straniera” ma con un mercato aereo interno finalmente più aperto, ricco di alternative, concorrenziale. E che magari si fosse fatta carico in cambio di un ingresso sul mercato di una buona parte degli oneri sociali e di qualche investimento infrastrutturale. L’esatto contrario di quello che avverrà. Non ci resta che sperare che qualcuno (Brussels,antitrust…) blocchi questo nuovo pasticcio italiano, liberale, liberista!