Enrico Letta ha presentato la propria candidatura per il PD con un video su Youtube dove rivendica il diritto al valore “libertà” (quella vera che a suo dire sarebbe stata usurpata) e alla sana “competizione”.

E’ notizia di oggi che il vertice del nascente PD avrebbe rifiutato la candidatura di Pannella perché non avrebbe un DNA compatibile con quello auspicata per il partito. Pannella è forse uno dei pochi, “veri liberali, liberisti” rimasti in Italia. Sarebbe stato forse “più liberale” lasciare il giudizio agli elettori del PD come un sistema “liberale” di primarie all’americana  vorrebbe.

Temo che Enrico avrà molto da lavorare per far entrare davvero la parola “libertà” e una sana pratica “liberale” nel DNA del nascente PD.  Una brutta partenza per un progetto politico che aspirerbbe a far suoi i valori  di libertà e liberalismo, sicuramente abusati ma ancora poco rappresentati ed effettivamente esercitati.

Finalmente un ottima notizia: sono state raccolte le firme necessarie per promuovere il referendum e cancellare questa terribile legge elettorale (definita "una porcata" perfino dal "Senatore" che l’ha ideata), il peccato originale che ha consentito alla "Casta" di ritornare incontrollabile e autoreferenziata come già in passato . Nonostante l’opposizione/disinteresse di quasi tutte le forze politiche (eccetto credo Alleanza Nazionale e qualche altro politico a titolo personale). Ma la battaglia è appena inziata: occorre infatti tenere alta la guardia per evitare che un inciucio parlamentare confenzioni per noi il "sistema tedesco" che visto quanto non stia funzionando "là" ottiene ampi bipartizan consensi "qua". I modelli francesi ed inglesi invece spaventano molto perchè funzionano e quindi poi la "Casta" dovrebbe  lavorare. Vigiliamo quindi e prepariamoci per il referendum, just in case!

Se fossimo in un altro Paese Giovanni Falcone , Paolo Borsellino e gli uomini della scorta caduti insieme per servire lo Stato sarebbero eroi nazionali, il 23 maggio o 19 luglio (ricorrenza di quelle stragi) sarebbero festa nazionale ove celebrare la vittoria conclusiva sulla mafia….il loro sangue non sarebbe stato versato invano. Invece ci dobbiamo accontentare di un film in tv a mezzanotte.

Dopo la strage di Capaci Paolo Borsellino sapeva che di lì a poco sarebbe morto ammazzato anche lui tradito dai Giuda nel suo ufficio, indifeso dallo Stato…. ma per il bene della sua Sicilia, del Paese e di tutti noi, non è scappato e si è immolato. “E’ tutto finito, è tutto finito, è tutto finito” mormorava il giudice Caponnetto accorso sul luogo della strage in Via D’Amelio.

Invece la mafia è forte come o più di prima, lo Stato/la politica volutamente assente o collusa, l’interesse generale sempre più assente nella vita pubblica, crescente il degrado morale …..e non solo a Palermo o in Sicilia, ma anche a Roma e Milano nel cuore del Paese, dove il sistema è fatto apposta per lasciare spazio e premiare la corruzione, l’opacità, i sistemi di poteri paralleli, le aree grigie.

Sul Wikipedia alla voce Giovanni Falcone viene ricordata la frase di JF Kennedy che esprime la filosofia e lo spessore dell’uomo “un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana”.

Quando ritorneremo a riconoscere in tempo, difendere e farci guidare da uomini di questo spessore anche in questo Paese?

I miei figli hanno appena completato la classe prima (scuola pubblica) e classe terza elementare (scuola cattolica). Sono, ritengo,  abbastanza bravi ed intelligenti (chi non lo pensa dei propri figli!), durante l’anno si impegnano e soprattutto, grande loro fortuna, hanno una mamma che con amore, pazienza e diligenza li segue e li stimola quotidianamente. Durante l’anno fioccavano gli ottimo e super ottimo+, soprattutto dalla scuola pubblica.

Giorni fà hanno portato a casa la “pagella”: tutti e due, ottimo in tutte le materie. Eravamo felici e li abbiamo  premiati. Qualche giorno dopo mia moglie mi raccontava che quasi tutti i loro compagni di scuola hanno avuto “ottimo”. Mi chiedo: è l’”ottimo politico” il metodo migliore per stimolare il processo educativo di un bambino o solo quello più semplice per l’insegnante? Come è possibile che siano stati ugualmente bravi in tutte le materie, quando è evidente conoscendoli il contrario? Come è possibile che quasi tutti i bambini siano risultati ugualmente bravi tra di loro? Non esistono più neppure i pelandroni ?  Quali incentivi può offrire un sistema così a fare meglio l’anno prossimo? E il prossimo ancora?

Propongo di ristabilire i vecchi voti, ovvero i cinque, sei sette, otto, nove, dieci che raramente arrivava dal mio Signor Maestro Fanzio. E chi si impegna di più e si distingue abbia di più rispetto agli altri come incentivo per fare meglio. Lo capisco che per un insegnante oggi è più complesso, ma in mano hanno il futuro dei nostri figli, il bene più prezioso che c’è.

Quasi tutti i giorni ci lamentiamo di tutto quello che in questo Paese non và. Molti tra noi hanno acquistato, letto e mandato in vetta alle classifiche dei best seller di sempre “La Casta” libro verità del malaffare/malapolitica italiana scritto da Gian Antonio Stella. Indignarsi è un bene. Ma è solo il primo passo.  Oggi se vogliamo davvero provare a cambiare qualcosa abbiamo una piccola concreta opportunità. E’ referendum sulla legge elettorale la cui raccolta di firme  non ha ancora raggiunto il quorum necessario. Mancano 15 giorni e servono ancora 80.000 firme. Affrettarsi a firmare. O tacere  per sempre.  A ciascuno la propria scelta e coerenza!

Da qualche giorno sono diventato socio di First Generation Network un’associazione senza fini di lucro composta da imprenditori di prima generazione con l’obiettivo di diffondere conoscenza ed esperienze imprenditoriali, recentemente fondata dagli amici Michele Appendino e Marco Palombi, già attivi su questi temi con successo attraverso le interviste tramite video chat interattive Face2Face nell’ambito del progetto Partneship for Growth .

L’Associazione ha un sito attraverso il quale si intende raccontare le esperienze degli imprenditori  associati, che vengono chiamati "Nuovi Imprenditori" e degli amici degli imprenditori, con la speranza che possano costituire un role model, un’ aiuto e ispirazione per una nuova generazione di imprenditori italiani.

Ho aderito con entusiasmo a questa iniziativa. Se anche un solo nuovo imprenditore potrà trovare il coraggio di lanciarsi o  evitare qualche errore, allora sarà valsa la pena. Guardando la lista dei primi imprenditori soci e i loro successi c’è da credere che qualcosa di buono nascerà.

Personalmente, visto che di insuccessi me ne intendo,  potrò testimoniare soprattutto come evitare certi errori e promuovere una nuova cultura (quasi del tutto assente oggi in Italia) che accetti l’insuccesso come parte del processo di innovazione, la creazione distruttiva necessaria per raggiungere il successo.

Roberto Saviano ha 28 anni ed e’ un giovane giornalista napoletano, fino a ieri sconosciuto al grande pubblico. Ma Saviano, come tanti giovani italiani, ha grande cuore , immenso coraggio e soprattutto insegue un sogno : poter vivere e lavorare nella propria terra, che come si sa’ e’ barbaramente soggiogata dalla malavita organizzata, in modo onesto, normale. Uno tra i tanti figli del Sud Italia (e presto anche del Nord) costretti ad emigrare dalla propria terra per cercare una speranza di vita di futuro che nessuno, tanto piu’ lo "Stato", sa’  piu’ garantire .

 Ma Saviano non ci sta’. E dopo essersi introdotto nelle viscere del “sistema” (come viene chiamato in gergo la “camorra”) scrive “Gomorra” un libro romanzo incredibile, sconvolgente, appassionante (“unputtable” come direbbero gli amici yankee) una descrizione dal di dentro della malavita organizzata seguendo passo a passo l’arrivo e la partenza delle merci alla base del sistema dell’illegalita’.  Le ramificazioni impressionanti della camorra al Nord (tra i big della moda, ad esempio, che commissionano la produzione delle loro creazioni senza scrupoli sfruttando il lavoro nero malavitosamente organizzato pur di risparmiare quattrini) e all’estero in tutto il mondo dove la camorra detiene la leadership del commercio illegale e genera gran parte dei propri flussi/rendite finanziarie (a conferma di quanto noi comuni mortali abbiamo sempre sospettato!). Oltre ad un bellissimo romanzo, anche un perfetto manuale di economia (Commercio 01) su mercato, concorrenza e sviluppo dei commerci che molti tra i nostri governanti bipartisan dovrebbero leggersi, metabolizzare  e cercare di replicare anche alla parte “legale” dell’economia nazionale.

Gomorra, stampato inizialmente in soli 8.000 esemplari, ha gia’ venduto oltre 400.000 copie soprattutto tra i giovani. Un segno di grande conforto e speranza, la certezza che c’e’ ancora qualcuno  in Italia che non ci sta’ , si desta, fa’ "passare il messaggio",  denuncia e lotta strenuamente affinche’ cio’ che e’ giusto e onesto possa realizzarsi. E quando cio’ avviene gli altri in massa seguono.

Grazie per il tuo esempio, Saviano.

E’ un vero piacere ascoltare il Ministro Bersani. La scorsa settimana al Summit GE a Milano parlava con rammarico del trattamento poco positivo ricevuto da stampa e business community sul pacchetto di liberalizzazioni da lui avviate recentemente in Italia, le cosiddette “lenzuolate”. Il problema non e’ il fine (giusto) di aprire il mercato alla concorrenza, ma il mezzo (sbagliato) di come lo si e’ fatto (sic!) in passato e di come lo si sta’ facendo oggi.

Nel settore tlc mobili il pacchetto Bersani prevedeva l’abolizione per legge dei costi di ricarica, con un impatto nominale sui ricavi degli operatori di oltre E1,5Miliardi di cui in gran parte margine. Ad Economia Politica 1 insegnano che se un mercato e’ un oligopolio concentrato gli operatori colludono e fissano i prezzi per massimizzare i loro profitti. E se rimane tale gli attori si adeguano in fretta. E cosi’ e’ avvenuto rapidamente: come ieri riportato su Repubblica, i gestori mobili hanno manovrato e deciso di aumentare (tutti insieme amorevolmente) i loro prezzi sul traffico cellulare per recuperare quanto perso sui costi di ricarica. Risultato effettivo della “lenzuolata” liberalizzatrice: zero, ovvero consumatori indifferenti (a parte l’effetto annuncio e una possibile redistribuzione di ricavi e margini tra diversi segmenti), nessun impatto sulla concorrenza di settore, operatori “disturbati” perche’ li si e’ costretti a ripensare e far digerire al consumatore una nuova struttura tariffaria per ritornare agli stessi ricavi/margini pre deceto, nessun impatto sull’innovazione e sullo sviluppo del settore. Elementare Watson si potrebbe affermare: no e’ solo che le leggi economiche valgono piu’ degli obiettivi (veri o presunti) dei nostri politici. In prossimita’ di elezioni fa piu’ notizia/consenso l’eliminazione dei costi di ricarica che il successivo aumento dei prezzi.

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Nei giorni scorsi sono apparse sulla stampa le classifiche relative ai compensi dei top managers (Presidenti e Amministratori Delegati/Direttori Generali) delle principali aziende italiane quotate in Borsa.  La trasparenza e’ sempre un’ottima cosa e permette agli azionisti (anche quelli piu’ piccoli) di sapere quanto percepisce il management a cui ha delegato la gestione della societa’.  Ma  i numeri  di per se’ non aiutano granche’ a parte favorire il pettegolezzo su quanto (“troppo si dice”) guadagnino i top manager,  "nuovi calciatori" del 2000.

Per farsi un’idea piu’ equilibrata sulla equita’ dei compensi del top management andrebbe approfondita l’analisi: da un lato occorrerebbe analizzare e scomporre la compensation tra parte fissa (emolumenti/retribuzione fissa/retribuzione di fine rapporto) e quella variabile (bonus, stock option,…)  legata cioe’ ai risultati dall’altra capire come sono andate le perfomance soprattutto quelle economico/finanziarie  (creazione di valore/andamento dell’azione in borsa negli ultimi 12/24 mesi).

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