Sappiamo che il Governo ha fatto della crescita economica la priorita’ per la fase 2 nel dopo Caserta.  Ora dopo le enunciazioni dei principi pero’ occorre passare rapidamente all’azione, se no anche questa opportunita’ di afferrare il ciclo positivo svanisce.

Tra le prime urgenti misure in via di definizione, almeno da quello che si e’ potuto apprendere dai quotidiani nazionali, c’e’ la riduzione dei tempi e la semplificazione burocratica per l’avvio delle nuove imprese. Misura forse facile e a costo zero, un early winner come si suol dire. Positivo che il Governo si preoccupi di supportare e accelerare la nascita di nuove imprese; certo la crescita economica deriva in misura maggiore dalla possibilita’ delle neonate imprese e di quelle medie gia’ esistenti di trovare terreno fertile su cui potersi sviluppare e crescere. Infatti se nascessero  piu’ imprese ma poi non trovassero le condizioni per sopravvivere e svilupparsi l’impatto positivo sull’economia non si avrebbe.

Occorre quindi dare slancio e attuazione immediata a politiche legate allo sviluppo della concorrenza sui mercati a partire dal settore dei servizi (energia, tlc, servizi publlici,….). Intanto, come chiede GIavazzi sul Corriere, si potrebbe da prova di voler rafforzare l’Autorita’ per la concorrenza dei mercati (i.e. Antitrust) con nomine in commissione dei fautori del libero mercato. Questa si sarebbe la la prima “cosa davvero di sinistra” del 2007. Misura sempre a costo zero e facilissima se esiste davvero la volonta’ di cambiare. 

Il Governo Italiano ha recentemente deciso di cedere il controllo di Alitalia ai privati (finalmente viene da esclamare per i contribuenti italiani!).  Alitalia brucia infatti circa trecento milioni di Euro ogni anno che lo Stato ( ovvero noi cittadini contribuenti) abbiamo sin qui ripianato, opera in un settore molto competitivo (si pensi al successo dei carrier low cost), ha un parco velivoli vecchio e una struttura di costi (del lavoro in particolare) molto rigida e non competitiva (grazie alla miopia sindacale) e in questi anni ha perso quote di mercato a favore della concorrenza internazionale. Concorrenza che quando va’ bene riesce a far utili per remunerare il costo del capitale investito (il settore del trasporto aereo non offre extra rendite).

Diversi tra i principali imprenditori italiani sollecitati dal Governo ad intervenire nell’operazione hanno dato una disponibilita’ di massima a guardare all’operazione. I sindacati chiedono addirittura che i dipendenti diventino gli azionisti di controllo (forse senza nessun salvagente sarebbe la soluzione  ottimale). Un po’ di cautela e’ d’obbligo, ma la Borsa e i piccoli risparmiatori gia’ festeggiano. Ma l’attenzione dei cittadini consumatori va posta nel “come” la privatizzazione verra’ condotta. Lo Stato si sa’ e’ in conflitto di interessi tra massimizzazione dell’introito dalla cessione, protezione dei dipendenti pubblici e protezione del cittadino consumatore dall’altro.

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Uno dei fattori chiave che determina la competitivita’ di un sistema economico e’ una giustizia che funzioni e che sappia far rispettare le leggi, contratti e quant’altro. In Italia si sa’ la giustizia funziona poco e male rispetto agli altri Paesi con tempi lunghissimi per dirimere le cause e mandare a conclusione i processi: un fattore che allontana a parita’ di altri fattori gli investimenti.

Siccome una riforma organica e’ forse (sic!) troppo complessa da concepire/realizzare  (le nuove leggi nel settore si sa’ vengono fatte solo ad personam) la classe politica pensa di risolvere il tutto con il classico colpo di spugna: il provvedimento di indulto. In un botto solo piu’ di 30.000 tra detenuti con sentenza definitiva, detenuti in custodia cautelare, soggetti su cui pendono accuse varie si trovano liberi in circolazione. Mi auguro (ma non metterei la mano sul fuoco) che il Parlamento avesse stimato con precisione l’effetto del provvedimento votato guarda caso all’unanimita’ da i due schieramenti politici. Non sembra pero’ aver tenuto conto dell’impatto del provvedimento stesso sui processi in corso che, come mi raccontava qualche sera fa’ un giudice di pace, devono comunque tenersi, con tutti i costi del caso, sapendo gia’ da subito che le eventuali condanne verranno ridotte/condonate (ovvero il processo serviranno a poco/nulla!) e mentre contestualmente la legge Cirielli, che prevede tempidi  prescrizione ridotti, rischia di sterilizzare anche i nuovi processi. Ma scoperto "tempestivamente" il problema ( mi chiedo ma perche’ solo dopo aver votato compattamente a favore dell’indulto?) ecco che i politici,  con ex magistrati e avvocati in testa,  trovano subito la soluzione appropriata: l’amnistia per tutti.

Ecco varata la vera prima riforma a favore della competitivita’ del sistema Italia! Nelle aziende quando il vertice sbaglia palesemente viene rimosso e sostituito, e in politica?

Oltre al calcio l’Italia sa primeggiare anche in altri settori. Infatti, come emerge da Trasparency International 2006 e riportata su Il Sole 24 Ore di oggi l’Italia e’ in testa tra i Paesi europei piu’ attive all’estero e propense alla corruzione. Seppur in leggero miglioramento siamo ancora lontani dai migliori suddivivi in tre gruppi. Il gruppo 1 dei paesi meno corrotti include Svizzera, Svezia, Australia, Austria, Canada, Regno Unito, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Stati Uniti e Giappone. Nel gruppo 2 troviamo Francia, Spagna, Portogallo, Singapore, Emrirati Arabi, Messico. L’Italia e’ nel Gruppo 3 insieme a Israele, Arabia Saudita, Brasile, Sud Africa, Malesia, Hong Kong  e precede India, Cina, Russia Turchia, Taiwan nel gruppo 4.

Insieme a eccessiva burocrazia, rigidita’ del mercato del lavoro, scarsa concorrenza penso sia tra i motivi piu’ importanti che fanno si che gli investimenti, una volta solo quelli stranieri, oggi anche quelli di molte aziende italiane volano verso altri lidi.

Se foste un imprenditore o il responsabile di una impresa che si trova a scegliere in quale Paese insediare nuove attivita’ e investimenti, voi che fareste?

Le intercettazioni telefoniche illegali sono un fatto gravissimo che  mina  la nostra liberta’ individuale sancita dalla Costituzione democratica all’art. 15, come ha ben spiegato il Ministro dell’Interno Giuliano Amato,  ovvero il diritto alla riservatezza da parte di ciascun cittadino relativamente alle proprie comunicazioni, diritto che solo il potere giudiziario puo’ in casi straordinari violare.

Fino ad oggi molti di noi credevano che in Italia avessimo molto problemi ma almeno fossimo liberi. Oggi sappiamo che cio’ e’ vero solo in apparenza; nella realta’ c’e chi da dietro le quinte ascolta, pedina, controlla, costruisce dossier illegali  che in ogni momento possono essere usati come bombe contro ciascuno di noi, per potere,  soldi o altro.  

Dal punto di vista penale c’e’ una indagine della magistratura che speriamo appurera’ le responsabilita’ dei diversi attori (anche quelli ai livelli piu’ alti ci auguriamo)  i quali fino a prova contraria e prima dei diversi livelli di giudizio si devono ritenere innocenti.

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A dispetto di tutto quello che si e’ detto e scritto in queste settimane sul caso Telecom, Telecom Italia e’ una azienda solidissima e al momento floridissima dal punto di vista delle performance reddituali. Il debito infatti (~ E40 Miliardi oggi e E38 Miliardi a fine anno) e’ perfettamente sostenibile dal free cash flow aziendale (~E5Mia) generato da una redditivita’ industriale MOL di ~E15Mia)tra le piu’ alte (~47% dei ricavi)  del settore in Europa e nel mondo. Ma allora cosa non ha funzionato o non sta’ funzionando in Telecom e perche’ il mercato sta’ comprimendo il valore del titolo. Il mercato si sa’ sconta i flussi di cassa attesi nel futuro e non quelli passati. Ed e’ opinione comune che Telecom Italia potra’ solo fare peggio.  La grande debolezza di Telecom Italia risiede quindi nei suoi successi recenti (anche se in apparenza puo’ sembrare contradditorio) e soprattutto sul suo posizionamento strategico di domani che il mercato crede potra’ penalizzarla.   Infatti Telecom Italia:

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Mi permetto di darti del tu anche se non ti ho mai conosciuta. Ma in qualche modo sei entrata dentro di me e hai saputo parlarmi come solo coloro a me  piu’ cari sanno fare.  

Puoi essere d’accordo o meno con quello che hai detto, scritto, raccontato.  Ma la tua grandezza,  carissima Oriana,  e il tuo messaggio immortale credo sia stato  il tuo modo di vivere, di confrontarti e di saper comunicare con il  mondo e i suoi potenti dei grandi problemi che affliggono l’umanita’, a partire dallo scontro di civilta’ reso evidente dopo l’11/9. Con coraggio, schiettezza, irriverenza, brutalita’ a volte persino violenza. Prendendo il toro per le corna e affrontando i problemi alla radice. Chiamando le cose con il loro nome (coerente anche quando questo poteva significare la tua fine terrena), distinguendo sempre il bianco dal nero a dispetto di quelli che dicono che esiste solo il grigio. Con le tue parole hai fatto sobbalzare le nostre coscienze, parlato ai nostri cuori, risvegliato il coraggio e la forza perduta ma necessari per sostenere le grandi battaglie di civilta’. Ci hai mostrato come ci si alza in piedi per dire basta, per affermare a voce alta cio’ in cui si crede a dispetto di tutto e tutti,  dei potenti, del politically correct, dei compromessi e delle convenienze del vivere quotidiano. Ci hai insegnato cosa vuol dire amare veramente gli altri al punto in cui la propria vita diventa ininfluente.

Per questo il tuo messaggio e’ gia’ eterno insieme a quello dei piu’ grandi di tutti i tempi. Tu donna italiana e cittadina del mondo che vivevi a New York ma che per morire sei tornata in Italia, nella tua amata Firenze.

Che l’acquisto di Telecom da parte di Pirelli fosse soprattutto una sfida finanziaria (e non “industriale”) era nei numeri di Telecom gia’ nell’estate 2001. Non si acquista un’ gruppo con oltre E35 Miliardi di debiti se non si ha ben chiaro come si fara’ per ripagarli. E nessuno ha obbligato Tronchetti Provera e Pirelli ad acquistare scucendo solo E4Miliardi per il controllo di un  colosso, con un valore d’impresa di oltre E60Miliardi.  Senza i debiti contratti prima da Colaninno, e poi da Tronchetti&C, la conquista del controllo di Telecom da parte di Pirelli non sarebbe stata possibile. Inutile piangere quindi sul latte versato.

Il piano “industriale” varato da Tronchetti Provera solo 24 mesi fa’ e che faceva della convergenza fisso mobile e delle sinergie da fusione di  TIM in Telecom  il perno per rafforzare la generazione di cassa e ristabilire cosi’ l’ equilibrio patrimoniale e il ripagamento del debito che dopo la costosissima operazione schizzava del 50% (+E14Mia), sembra oggi gia’ fallito. Le scelte industriali  fatte soli due anni fa’ si sono rilevate errate in quanto mentre il debito oggi e’ salito a oltre E 41Miliardi e tendenzialmente in crescita in vista di un probabile aumento di tassi di interesse, il valore delle attivita’ industriali sia nel fisso e sia nel mobile tende a decrescere in quanto flettono i ricavi del fisso e sono stagnanti quelli del mobile (un tempo in crescita a due cifre) impattando negativamente sui margini e dui flussi di cassa non piu’ compensati da recuperi di efficienza (come avvenuto nei tre primi anni) a cui si va ad aggiungere l’esborso di cassa per gli investimenti oggi non piu’ ritardabili (come invece fatto nei primi tre anni). La situazione si e’ fatta cosi’ finanziariamente insostenibile per Pirelli (come lo era nel 2001 per Colaninno & soci) e con un titolo in continuo deprezzamento vicina ad un possibile nuovo takeover ostile.

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Non occorre mettere piede negli Stati Uniti per rendersi conto del grave problema sociale che assilla oggi la nazione. Appena imbarcati  in aereo per gli USA e ammirando la stazza dei passeggeri americani ci si puo’ rendere conto del problema: piu’ del 60% dei cittadini americani e’ obeso o soprappeso. Ho vissuto quattro anni a New York tra il 1990 e il 1994 e posso dire che questa problema, gia’ evidente allora, e’ peggiorato oggi.

Personalmente sono di corporatura robusta e tendo ad aumentare di peso se non controllo quanto ingerisco. Negli USA in sole tre settimane di vacanze sono aumentato oltre quattro chili senza peraltro aver la sensazione di aver mangiato o bevuto troppo. Varie le possibili cause:  il forte aumento del benessere/reddito medio, il successo del fast (o junk) food, una cucina in costante miglioramento ma tipicamente molto ricca di grassi saturi (es. fritti) e zuccheri (soft drink), una tendenza a nutrirsi o al ristorante o tramite servizi di consegna a domicilio (raramente si cucina in casa dove si ha il controllo totale su  cosa si mangia), porzioni quasi doppie sia per i cibi sia per le bevande rispetto allo standard europeo( ad esempio alla nostra lattina di Coca Cola, ml33, viene sostituita da una bottiglietta di 65ml. La situazione non sembra migliore per quanto riguarda le bevande alcoliche.

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Da qualche giorno sono nel Nord Est degli USA dove trascorrero’ le vacanze con la mia famiglia. Prima tappa a Weston nel Connecticut vicino a New York dove soggiorneremo per qualche giorno ospiti dal mio caro amico e compagno di MBA alla Columbia University, Darsh Mariyappa. Ieri abbiamo visitato il villaggio di Weston una borgo di circa diecimila anime immerso in boschi secolari e dove i suoi primi due figli di nove e sei anni sono iscritti alla scuola pubblica. La scuola elementare e’ ospitata in un edificio di recentissima costruzione, grande diversi  migliaia di metri quadrati, dotato di modernissime infrastrutture informatiche, ovvero una library di pc collegati ad Internet a banda larga a disposizione dei ragazzi, e di infrastrutture sportive impressionanti, tra cui numerosi campi da baseball, calcio, tennis, piscine coperte e scoperte, etc..da far invidia ai piu’ grandi centri sportivi professionistici italiani. 

I miei figli vanno a scuola a Tortona, nello stesso edificio che frequentai circa quarantanni fa’, a cui negli anni e’ stata eseguita solo ordinaria manutenzione, con le stesse inesistenti infrastrutture sportive di allora ma con l’aggiunta di qualche computer a disposizione delle classi probabilmente non ancora collegato ad Internet a banda larga. C’e’ solo da augurarsi che  il nostro corpo docente/metodo formativo sia superiore, ma cio’ e’ piuttosto difficile da credere. Darsh mi spiegava che il 95% delle tasse locali sugli immobili (la nostra ICI per intenderci) va al finanziamento  delle scuole e della formazione dei ragazzi (i.e. qui paghi ma ricevi). Non so’ bene dove investa l’ICI raccolta il Comune di Tortona (oltre al finanziamento della ristrutturazione degli uffici dell’Amministrazione Comunale,sic!) ma certamente non nella scuola e sulla formazione dei nostri figli, su cui poggia il futuro del nostro Paese. Un indizio  preoccupante di un divario destinato a crescere in un mondo che si fa’ sempre piu’ globale ed integrato e dove il vantaggio competitivo dell’economie avanzate si basa sempre di piu’ sulla conoscenza.