Hai una start up innovativa ad alta potenzialità di crescita da far decollare sul mercato globale?
Dal 25 maggio scorso si è aperta l’edizione 2009/10 di Mind the Bridge la business plan competition di cui faccio parte dell’Advisory Board.
La scadenza per inviare i business plan è il 25 agosto.

Giovedì prossimo 25/6 a Milano Davide ed io presenteremo il caso ” Skebby” nell’ambito della conevntion dei business angels in Italia raggruppata attorno a Iban che celebrerà con l’occasione il decennale dalla fondazione.

Ho accettato con piacere l’invito anche se la cosa mi ha fatto un pò riflettere: Skebby, infatti, è ancora lontano dall’aver concluso lo start up e dal potersi considerare un caso di successo.

Ma due o tre sono gli aspetti della breve storia di Skebby che vale la pena comunque sottolineare:

1) Non è frequente in Italia trovare un brillante giovane universitario (informatico) figlio di operosi impiegati che a 25 anni abbia il coraggio e la determinazione di abbandonare gli studi (sebbene a Davide manchi solo la tesi) per inseguire il suo sogno e provare a realizzare un progetto imprenditoriale.

2) E’ purtroppo ancora altrettanto raro (anche se i dati Iban iniziano a far ben sperare) trovare due imprenditori come Stefano e me disposti ad “investire” e dare fiducia ad un “giovane” e alla sua “idea”. Sicuramente in Italia ci sono imprenditori di grandissimo successo e con enormi patrimoni: ma quanti di loro hanno mai scommesso su di un giovane 25enne e/o su un idea (che non fosse la propria o quella del proprio figlio)?

3) Skebby è un esempio di “innovazione” non per le metriche tradizionali a cui ci hanno abituato a pensare. Infatti non è legata ad una scoperta nè ad un “brevetto” o alla creazione di un nuovo prodotto tout court. Di cui tra l’altro l’Italia, partendo con trentanni di ritardo nella ricerca, è oggi poverissima. Skebby è un “innovazione” di processo essendo un modo nuovo per offrire un servizio già esistente ma in modo più efficiente ed efficace lasciando al cliente la possibilità di definirne attivamente la modalità di fruizione. In Italia abbiamo inventato il “caffè” e la “pizza” ma sono state due aziende americane Starbucks e Pizza Hut che hanno saputo, senza alcun brevetto, “innovare” grazie ad un approccio marketing/distributivo nuovo. E quale brevetto avevano in mano aziende come American Online, Netscape, Amazon, Google, Blogger, Wikipedia, Craiglist, Tivo, Netflix, eBay, Skype, iPod e Iphone, Xbox, Facebook etc etc .

Non c’è nessun motivo perchè tra dieci anni, alla convention ventennale dalla fondazione di Iban, anzichè celebrare i primi investimenti seed/business angels non si possa celebrare anche in Italia uno o più casi di analogo successo.

Convention Iban

Su Repubblica di ieri:
Dal primo luglio, per volontà della Commissione europea, il costo di un Sms tra Parigi e Roma, oppure tra Atene e Berlino non potrà superare gli 11 centesimi. Una beffa, insomma, è alle viste: scambiarsi un messaggino tra Oslo e Marsiglia costerà meno che tra Benevento e Ascoli. Proprio per questo, il Garante delle Comunicazioni propone di intervenire subito perché il prezzo massimo dell´Sms italiano non si riveli superiore rispetto a quello tra nazioni comunitarie.

Sul blog Skebby (società in cui ho investito) di oggi:
Skebby è il programma gratuito per cellulare che permette di inviare SMS al costo massimo di 1 cents (o addirittura gratis) tra utenti che lo hanno installato sul telefonino.

Stefano (con cui ho investito su Free SMS Skebby) in questo video racconta Reeplay.it e spiega come sarà anche la nuova televisione del futuro.

Recentemente ho intervistato Alessandro Ferretti, 40 anni ricercatore ed imprenditore tecnologico. Tema centrale della discussione, ben illustrato in un video introduttivo da parte del Prof. Pietrabissa del Politecnico di Milano, è quello della valorizzazione dei beni intagibili e del trasferimento tecnologico dall’Università verso il mercato, in cui l’Italia (non c’è da stupirsi) vanta un ritardo di circa 30 anni rispetto a Paesi più evoluti come gli USA.
La nostra Università ha tradizionalmente orientato la ricerca sullo sviluppo della conoscenza pura piuttosto che su invenzioni con appetibilità di mercato; e anche quando ciò avviene l’invenzione rimane nei cassetti in quanto nessuno fà i passi successivi; dovrebbero essere gli imprenditori delle PMI pronti ad investirci e portare le idee sul mercato ma quasi sempre non hanno i mezzi o l’orizonte temporale o la visione strategica e manageriale per farlo. Ecco che a volte può risultare vincente che siano gli stessi ricercatori, quelli con il vulnus imprenditoriale accentuato, a proseguire nello sviluppo dell’invenzione fino al prototipo o addirittura fino a portare il prodotto/servizio sul mercato.

E questo è proprio il caso di Alessandro e della sua Tele-Rilevamento Europa (TRE) fondata nel 2000 di cui è A.D. La TRE è oggi lo spin-off del Politecnico con maggiore successo, con un giro d’affari di oltre 4Mln Euro, e una delle più promettenti compagnie nel campo del remote sensing. Nel 2008 è stata creata a Vancouver TRE Canada, di cui è attualmente Chairman of the Board, per offrire un riferimento al mercato Nordamericano. Sicuramente un esempio da seguire per le Università italiane, almeno per quelle migliori.

Certo pensare che Alessandro con la sua TRE sia tra i pochi casi di technology transfer di successo in Italia la dice lunga su quanto resti ancora da fare per avere impatto significativo sul sistema.

Mi piace molto leggere soprattutto la stampa. Da qualche mese però non compro più le edizioni cartacee dei quotidiani e dei periodici. Ero solito acquistare Il Sole 24 Ore, Il Corriere della Sera, International Herald Tribune/NYT, Wall Street Journal, Il Mondo, Affari e Finanza,…..
Continuo a legger le stesse testate online e gratis. Più qualche amico blogger che stimo e mi aiuta a capire come stanno davvero le cose. Ho tenuto solo l’abbonamentoall’Economist perchè l’edizione cartacea mi aiuta nella lettura nei we quando decido che è ora di spegnere il mio Mac.

Mi chiedo come facciano gli editori a far quadrare i conti di un prodotto stretto tra ricavi in forte calo (tra pubblicità e vendite) e una costi di produzione e distribuzione tanto fissi quanto anacronistici. Credo si sia atteso troppo non (volendo) comprendere le minacce e opportunità del digitale (i manager che volevano farlo sono stati brutalmente licenziati, si veda Corriere della Sera). Ma si sà la proprietà di certi quotidiani è “potere” ed ai grandi azionisti di casa nostra la cosa sembra compensare le perdite. Almeno fino a quando il loro core business glielo consentirà. Alla fine infatti i soldi che mancano sul tavolo qualcuno li deve tirare fuori anche se per quello ci sono sempre stati gli azionisti di minoranza.
I grandi quotidiani USA versano in situazioni critiche a cominciare dal glorioso NYT che ha dovuto persino vendere la sede disegnata da Renzo Piano.
Ed Internet, in un momento così delicato per il ciclo economico e la pubblicità, aiuta parecchio nel tagliare sulla struttura di costi e di distribuzione ma meno sui ricavi: come si è accorto subito un editore navigato come Murdoch che a soli dodici mesi dall’apertura delle notizie dell’edizione online del WSJ si è affrettato a dire che le notizie su Internet non potranno più essere gratis !

Come sapete, ho investito assieme a Stefano in Skebby, progetto di cui seguendo lo sviluppo. Skebby è il programma per cellulari ideato da Davide Marrone per mandare free sms via Internet dal cellulare sfruttando gli sms gratuiti messi a disposizione dai siti degli operatori.

Oggi Skebby annuncia la nuova versione 3.12 frutto del lavoro di questi ultimi mesi.

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Fra le moltissime novità la più importante è senza dubbio il nuovo servizio freeSMS skebby in , realizzato per permettere di scambiare messaggi gratuiti e senza limiti over-the-air tra utenti Skebby. Il funzionamento è molto semplice, alla ricezione di un sms con questa modalità si verrà avvisati con uno squillo da un numero telefonico di Skebby, per scaricare il messaggio basterà aprire il programma. Il tutto spendendo mediamente 1 centesimo, il solito costo di trasferimento dati tra l’applicazione e il server che è gratis se si ha una sim Tre o una tariffa flat o si usa Wi-Fi.

Altre feature interessanti sono la possibilità di passarsi il programma via SMS/Bluetooth tra amici senza passare dal sito, lo scambio di credito tra utenti, la possibilità di conoscere l’operatore dei propri contatti ed il backup online della propria rubrica online.

L’idea è che chiunque possa usare Skebby anche se non usa Internet/PC.

Oltre all’applicazione, in questi giorni, abbiamo pubblicato anche numerose sezioni nuove sul sito, queste modifiche sono state fatte per supportare tutte le nuove funzionalità e abbiamo semplificato notevolmente la comunicazione ed i processi di installazione ed acquisto; visitate www.skebby.it e fatemi sapere cosa ne pensate.

A brevissimo sarà disponibile anche la versione Symbian 2nd Ed. che sarà ancora più ottimizzata e offrirà performance ancora migliori.
Ovviamente non ci fermiamo qui, ma gia’ queste, sono cose molto interessanti…

Per noi e tutta la community di Skebby, che ringraziamo per il contributo attivo ed i suggerimenti per migliorare il programma, questa è una grande soddisfazione: dopo essere stati i primi in Italia ad aver lanciato il programma per l’invio di sms gratis via Internet dal cellulare ed essere stati definiti “lo Skype degli SMS“ con la nuova versione del pogramma possiamo dire di esserci avvicinati davvero a questa definizione.

“Marzo 2009: l’Ambasciatore italiano negli USA ed una folta schiera di imprenditori ed investitori americani sono in viaggio di studio in Italia per studiare il modello di imprenditoriale e di innovazione italiano……..”

Un paradosso penserete, a solo un anno dal viaggio al contrario nell’ambito del programma Partnership for Growth; ma è quello che potrebbe accadere. Almeno leggendo il contenuto del messaggio shock che Sequoia, uno tra i primi fondi di vc della silicon Valley, ha inviato a tutti gli imprenditori partecipati dal fondo. La crisi profonda della finanza e dell’economia americana non poteva non toccare la Silicon Valley dove addirittura si stà mettendo in discussione il mondello di fare azienda votate alla crescita attraverso ingenti iniezioni di capitale da parte dei fondi di venture capital. Anziche di aziende “vc based” si parla di imprese “boostrap based”. Ovvero un impresa che cresce trovando le risorse in primis all’interno attraverso le performance di business (i.e. facendo e reinvestendo gli utili) oppure sul mercato ma in modo creativo attraverso attraverso accordi/partnership con grandi clienti, fornitori etc. Tra l’altro facilitato dall’utilizzo di Internet in tutti i processi aziendali e dai nuovi modelli collaborativi. Proprio quello che in assenza del venture capital, hanno dovuto fare, e stanno facendo gli imprenditori italiani.

Prepariamoci dunque ad accogliere i nostri colleghi americani e spiegare loro come si gestisce una start up senza seed, Round A, B, C, IPO e trade sales!

Riccardo Donandon è un imprenditore di grande successo. Ha sognato, ideato, fatto crescere ed infine ceduto e-Tree una delle start up di maggior successo nate a cavallo degli anni 2000. In parte mutuando dalla cultura della SV, Riccardo è stato un vero innovatore soprattutto in termini di organizzazione del lavoro. Misurava i risultati aziendali non solo in termini di $ fatturati o guadagnati ma su quante “pizze” i suoi collaboratovi ordinavano facendo tardi spontaneamente al lavoro. Per molti di loro gli uffici e-tree erano diventati una seconda casa (se non la prima!). Più ore i collaboratori avrebbero deciso di spendere soddisfatti in ufficio migliore sarebbe stata la qualità del lavoro prodotta, e quindi i risultati economici raggiunti.

Oggi, dopo un periodo di riflessione, Riccardo ha deciso mi mettere la sua esperienza di imprenditore e parte dei suoi guadagni in gioco per supportare la nascita di H-Farm la fattoria con Human touch come la chiama lui, un acceleratore di nuove iniziative imprenditoriali diremmo noi. In un Paese dove negli anni sono stati creati con milioni di fondi pubblici decine di parchi scientifici tecnologici ricchi tipicamente di investimenti infrastrutturali (realizzare spazi uso uffici da terreni agricoli è un’attività forse redditizia, per chi possiede i terreni, ma di sicuro non così innovativa per il Paese) Riccardo da buon imprenditore ha iniziato puntando ancora una volta sugli uomini, sui giovani aspiranti imprenditori creando attorno ad una vecchia fattoria ristrutturata nel cuore del Nord Est un habitat unico per dare slancio alle passioni e alla sana creatività imprenditoriale. Dimostrandosi ancora una volta un imprenditore di nuova generazione innovativo ed illuminato.
A Riccardo mi accomuna oltre alla passione per l’imprenditorialità high tech anche quella per la campagna ed il giardinaggio: parlando abbiamo scoperto che uno dei pochi momenti in cui riusciamo davvero a rilassarci (e non pensare) è quando nel week end tagliamo il prato del giardino. Come immagino sarà vero per tanti altri.

Recentemente ho intervistato Paolo Ainio per il programma Face2Face.

Paolo Ainio è uno tra i nuovi imprenditori di maggior successo. E’ lui il Jerry Jang italiano. Uno dei padri di Internet in Italia avendo fondato il portale Virgilio. Soprattutto un modello di riferimento importante a cui ispirarsi. Tre i motivi:

– Ha fondato un’azienda che ha fatto crescere, capendo subito quando fosse importante aprire il capitale e condividere la proprietà per avere accesso a più risorse, poter crescere e ritagliarsi una fetta più piccola di una torta più grande.

– Fatta crescere ha capito che era arrivato il momento giusto ed ha ceduto la sua creatura

– Dopo essere uscito con soddisfazione, anzichè espatriare, ritirarsi a vita privata o cercare di fare affari “con gli amici”, ha deciso invece di continuare ad investire, rischiando capitale, puntando su Internet, sull’Italia e sui giovani

– Il suo nuovo Gruppo Banzai in pochi anni è diventato in aggregato uno dei primi cinque player di Internet facendo da coach e promoter di tanti giovani imprenditori

Pensiamo cosa sarebbbe oggi l’Italia se la maggior parte degli imprenditori di successo avessero dimostrato le stesse attitudini di Paolo.